La mediazione dei conflitti nel lavoro sociale: per una comunità resiliente

Abstract

La gestione dei conflitti può diventare lo spazio per costruire nuove sinergie professionali in grado di tutelare minori, famiglie o gruppi che vivono situazioni conflittuali disagiate nell’intera comunità. Per intervenire in modo efficace e attento è necessario promuovere strategie operative che mirino a una gestione operativa integrata, attraverso la comunicazione e la cooperazione di tutti gli attori coinvolti a livello istituzionale, manageriale e professionale.
Nelle caratteristiche attuali del servizio sociale troviamo una forte complessità di contesti e di relazioni, insieme alla molteplicità dei problemi e all’impossibilità di poter rispondere in modo standardizzato, a causa dei nuovi bisogni sociali emergenti.
Sono richieste misure specifiche e strutturate ma, soprattutto, c’è la necessità di nuovi punti di vista e prospettive per guardare a tali bisogni. Questo serve per costruire comunità resilienti, capaci non solo di adattarsi a tutti i cambiamenti in atto, ma anche di modificare se stesse, progettando risposte sociali, economiche e ambientali innovative ed efficaci.
L’autrice è convita che ciò consentirà di affrontare e gestire nel lungo termine le sollecitazioni e complessità esterne. Lavorare insieme, saper saper stare nel conflitto in modo costruttivo e trovare significati comuni sono i tre fondamenti comuni agli assistenti sociali e ai mediatori. Insieme essi potranno trovare il modo di “riparare” e riparando, come sappiamo, si potranno costruire altri bellissimi capolavori.

Conflict management can become the building space for new professional synergies able to protect minors, families or groups who experience uncomfortable conflictual situations in the entire community. In order to intervene effectively and carefully, it is necessary to promote operative strategies to aim at integrated operational management, through communication and cooperation of all involved actors at institutional, managerial and professional level.
In the current social work’s characteristics we find strong complexity of contexts and relationships, together with the problems multiplicity and the impossibility of being able to respond in a standardized way because of new emerging social needs.
Specific and structured measures are requested but, above all, there is the necessity of new view points and perspectives  to look at those needs. This so as to build a resilient community, not only capable to adapt to all taking place changes taking place, but also able to modify itself by designing innovative and effective social, economic and environmental responses. Only this can allow a social community to stand external stresses and complexity in the long term. Working together, being able to stay in the conflict and find common meanings are the three fundamentals of social workers and mediators. Together they can find a way to “repair” and in repairing, as we know, other beautiful masterpieces can be built.

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